Diavolo di una scultura - Dicembre 2021

  1. «L'artista deve creare una scintilla prima di poter accendere il fuoco e prima che l'arte nasca; l'artista deve essere pronto a essere consumato dal fuoco della propria creazione».

    La citazione testé menzionata è attribuita a François-Auguste-René Rodin (Parigi 1840 – Meudon, 1917), considerato scultore e pittore francese progenitore della scultura moderna, a metà strada tra artista e artigiano.

    In questo pensiero l’estroso artista francese descrive come scaturisce il genio creativo e la magia della scintilla artistica che accende il fuoco della concreta realizzazione dell’opera d’arte. Da dove nasce questo “fuoco”? Si tratta di un meccanismo misterioso. Non mancano svariati esempi, nei diversi campi artistici, di personaggi che hanno “venduto l’anima al diavolo” pur di diventare famosi e ricevere un aiutino nel proprio estro creativo.

    Rodin, in tutta la sua vita, ha esplorato questo “fuoco sacro” fino a spingersi nei meandri più oscuri del rapporto l’opera d’arte e alcuni strane influenze immateriali. In altre parole, la sua produzione artistica ha sempre avuto un contatto stretto con il mondo esoterico e i suoi simboli.

    La Porta dell’Inferno, la sua opera allo stesso tempo più importante ma anche più discussa, a partire dal 15 ottobre è stata esposta alle Scuderie del Quirinale a Roma in occasione della mostra per la celebrazione del settecentesimo anniversario della morte di Dante.

    In rete in molti si sono interrogati se quest’opera potesse avere delle correlazioni con l’attualità o potesse essere collegata in qualche modo simbolicamente ed esotericamente ad alcuni eventi specifici.

    Vediamo nel dettaglio cos’è quest’opera così particolare.

    La Porta dell’Inferno

    Nel 1880 Rodin vinse una commissione per creare il portale del museo Musée des Arts Décoratifs di Parigi dedicato alle arti decorative che si intendeva allestire. L’artista dedicò buona parte dei successivi quarant'anni (e fino alla sua morte) alla realizzazione di questa opera che rimase comunque incompiuta perché alla fine il museo non fu mai realizzato.

    Molte delle figure presenti sul portale diventarono delle sculture singole, tra cui le più celebri Il pensatore e Il bacio. Altre opere derivate dagli studi per la realizzazione della porta furono l'Ugolino, il Fugit Amor, l'Uomo che cade e Il figliuol prodigo.

    Nella sua versione finale avrebbe compreso ben 186 figure con un’altezza complessiva di oltre quattro metri e mezzo.

    Parte integrante dell’opera era Il pensatore (titolata in principio Il Poeta e riferita a Dante Alighieri) che sarebbe diventata una delle più famose sculture al mondo di epoca moderna. In origine la scultura avrebbe dovuto adornare la parte superiore della porta dalla quale il soggetto raffigurato sembrava osservasse l'inferno sottostante.

    L'artista non vide mai la realizzazione finale dell’opera il cui calco non fu mai fuso, ma dal modello in gesso vennero realizzati otto originali custoditi in vari musei sparsi per il mondo.

    La mostra alle Scuderie del Quirinale rappresenta una sorta di girone dantesco dove simbolicamente viene data la possibilità ai visitatori di ammirare oltre duecento capolavori di tutti i tempi come ad esempio la voragine infernale di Sandro Botticelli. Tra i capolavori figurano le opere di Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cezanne, von Stuck, Balla, Dix, Taslitzky, Richter e Kiefer. Tutte legate da un unico filo conduttore: la rappresentazione dell’Inferno.

    Significati esoterici della Porta

    A proposito di Dante Rodin ebbe a dire: «Dante non è solamente un visionario e uno scrittore; è anche uno scultore. La sua espressione è lapidaria, nel senso buono del termine. Quando descrive un personaggio, lo rappresenta solidamente tramite gesti e pose. [...] Ho vissuto un intero anno con Dante, vivendo di nulla se non di lui e con lui, disegnando gli otto cerchi dell'inferno...».

    Secondo alcuni l’artista francese si sarebbe ispirato alla scultura rappresentata dalla Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, situata nel Battistero di San Giovanni a Firenze.

    La mostra, come detto, è un evento celebrativo per i settecento anni dalla morte di Dante, ma a quanto pare l’opera di Rodin e tutte le altre presenti fanno riferimento solo al tema dell’Inferno e non anche, per esempio, al Purgatorio e al Paradiso.

    Lo stesso Rodin affermava: «Niente, davvero, è più coinvolgente della pazza bestia, morente per il desiderio insoddisfatto ed implorante invano la grazia che plachi la sua passione».

    C’è da notare che in ambito artistico quando si lascia un’opera d’arte a metà, come è stato il caso della Porta dell’Inferno, la si vuole dedicare alla bestia ossia al diavolo.

    Ci sarebbero poi altre strane coincidenze. In primo luogo va fatto notare che l’inaugurazione della mostra è avvenuta in prossimità dell’equinozio d’autunno che simbolicamente indica l’affermazione del buio sulla luce e l’avanzamento delle tenebre.

    Nella rete parecchi hanno poi evidenziato la strana concomitanza di natura quasi rituale tra l’inaugurazione della mostra, tra l’altro proprio a Roma nel cuore della cristianità, con l’entrata in vigore del nuovo decreto riguardante il Green Pass.

    C’è da notare, inoltre, rivolgendo lo sguardo alla numerologia e all’interpretazione dei tarocchi che la carta numero 15 (giorno dell’inaugurazione) rappresenta proprio il diavolo.

    Tutti questi elementi aprono la strada a interpretazioni esoteriche e soprattutto a eventuali rapporti tra potere, esoterismo e forme d’arte in concomitanza di particolari eventi.

    A conferma di questo, per esempio, suonano sibilline le parole pronunciate da Macron nell’aprile 2020: «credo che la nostra generazione debba sapere che la Bestia che deve venire, è qui... e sta per arrivare».

    Allora l’esposizione della Porta dell’Inferno va inquadrata in un contesto puramente artistico o effettivamente esiste un modo subdolo e codificato (ma poi neanche troppo) che il potere utilizza per richiamare alcuni concetti esoterici collegati ad alcuni specifici eventi significativi?

    L’esposizione della Porta dell’Inferno non è un caso isolato.

    La statua di Moloch al Colosseo

    Siamo ancora a Roma; questa volta in un altro punto nevralgico della città eterna. Cosa ci fa una strana statua di Moloch al Colosseo?

    Moloch è un idolo pagano cananeo che richiedeva per la sua adorazione il sacrificio di bambini.

    Il 20 ottobre 2019 una statua di questo idolo pagano è stata esposta all'ingresso del Colosseo come richiamo pubblicitario di una mostra dedicata all'antica disputa di Roma con Cartagine.

    Si leggeva, infatti, nel comunicato stampa di lancio della mostra che «una ricostruzione della terribile divinità Moloch, legata alle religioni fenicia e cartaginese, descritta nel film Cabiria del 1914 (diretto da Giovanni Pastore e scritto da Gabriele D’Annunzio) sarà di stanza all’ingresso del Colosseo per accogliere i visitatori della mostra».

    Il Colosseo, però, non è un monumento come tutti gli altri. Infatti, nell’Anfiteatro Flavio vennero torturati e giustiziati moltissimi cristiani.

    Moloch è stato collegato da molti teorici del complotto all’occultismo e al mondo nascosto delle élite al potere. Tanto è vero che nel bosco californiano conosciuto come Bohemian Grove, ritrovo annuale di persone appartenenti alle élite, ci sarebbe una statua enorme venerata durante le cerimonie accessibili solo agli adepti.  I frequentatori del Bohemian Grove sono i membri del Bohemian Club ossia un'organizzazione di soli maschi che include artisti (soprattutto musicisti), uomini d'affari, funzionari di governo (inclusi alcuni presidenti degli Stati Uniti), proprietari di media e uomini di potere.

    Nel 2000 il controverso teorico della cospirazione Alex Jones entrò insieme al suo cameraman nel bosco. Grazie a una telecamera nascosta riuscì a filmare la Cremation of Care ossia una cerimonia ricca di antichi riferimenti luciferini, canaanei e babilonesi che si svolgeva intorno a una enorme statua a forma di che rappresenterebbe proprio il dio Moloch.

    Altre strane “apparizioni” artistiche e luciferine

    Tra le installazioni artistiche pubbliche che fanno riferimento al diavolo possiamo annoverare anche la cosiddetta fontana dell'Angelo Caduto che si trova nel Parque del Retiro di Madrid. Sarebbe ispirata al Paradiso perduto di John Milton e rappresenta Lucifero nel momento della caduta dal cielo. La fontana è stata realizzata nel 1874 dallo scultore madrileno Ricardo Bellver su iniziativa del duca Fernán Núñez e venne addirittura premiata durante l'Esposizione Universale del 1878.

    Si ritiene che si tratti dell'unico monumento al mondo dedicato a Lucifero, anche se a Santa Cruz de Tenerife si trova un’altra opera recentemente intitolata all'Ángel Caído; ufficialmente però rappresenterebbe il generale Franco mentre impugna una spada a forma di croce cristiana con la punta rivolta verso un angelo con le ali spiegate sotto di lui. C’è poi una stranezza molto curiosa in linea con il tema dell’opera: la piazzetta in cui si trova la fontana si trova un'altezza topografica di 666 metri sul livello del mare; questo ha scatenato la fantasia di molti appassionati di esoterismo.

    Ritornando ai giorni nostri, invece, non mancano esempi di cerimonie pubbliche dove più o meno velatamente si fa riferimento al diavolo in forma artistica.

    Il 6 giugno 2016, per esempio, è stato inaugurato in Svizzera, alla presenza del premier italiano Matteo Renzi, della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Francois Hollande, il tunnel del Gottardo ossia la galleria ferroviaria più lunga al mondo. Agli osservatori più attenti non è sfuggita la stranezza della data (6/6/2016) che richiamerebbe molto da vicino il famoso 666.

    A destare stupore è stata però la cerimonia d'inaugurazione affidata al regista Volker Hesse e per la quale la Svizzera ha speso nove milioni di franchi. Per qualcuno si sarebbe trattato di una cerimonia satanica vera e propria poiché è stata notata la presenza di un uomo-capra e di un angelo demoniaco che interagivano nell’ambito di scenografie con strane e velate connotazioni sessuali.

    Ritorniamo, dunque, a Rodin che nel suo testamento ebbe e a dichiarare: «Amate appassionatamente la vostra missione. Non ne esiste una più bella. È molto più alta di quanto il volgo ritenga. L’artista adora il suo lavoro: la sua ricompensa più preziosa è la gioia di fare il proprio dovere. Il mondo sarà felice solamente quando tutti gli uomini avranno anime d’artista. L’arte è anche una splendida lezione di sincerità, l’artista esprime sempre ciò che pensa, egli ci insegna la franchezza. Ah, come la società si sbarazzerebbe delle brutture e con quale rapidità la nostra terra diverrebbe un Paradiso!».

    Una sibillina esortazione a cercare e trovare il Paradiso dopo una vita intera impegnata a dar forma estetica e simbolica alla Porta dell’Inferno.