Giovedì, 28 Marzo 2024

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Il Musma: fare cultura attraverso la scultura

Matera - La città di Matera, di fatto, è già una piccola capitale della cultura. Da oltre sei anni, infatti, opera sul territorio il Musma, acronimo di “Museo della Scultura Contemporanea di Matera”. Si tratta di uno dei più importanti musei italiani interamente dedicato alla scultura contemporanea. Suggestivo l’edificio storico che lo ospita: gli spazi espositivi si sviluppano anche nei vasti ipogei sotterranei scavati nel tufo, dove le opere d'arte esposte sono rigenerate dalla suggestione degli ambienti rupestri. Il visitatore può, quindi, sperimentare un’integrazione ideale, d’intenso impatto emotivo, tra gli ambienti secolari “cavati” dall’uomo e la scultura contemporanea. Ecco che si materializza il connubio tra cultura e scultura. Tra s-cultura, intesa come storico senso di “vergogna” per gli ambienti rupestri dei Sassi e scultura, intesa come forma artistica. All’interno del Musma è presente la storia della scultura italiana e internazionale dalla fine dell’800 a oggi, con un ricco corpus di circa 400 opere tra sculture, ceramiche, gioielli, medaglie, disegni, incisioni e libri d’arte. Lo spazio espositivo è, inoltre, arricchito da una raccolta di monografie, cataloghi d’arte, testi letterari e di saggistica, fotografie originali e documenti destinati alla Biblioteca “Vanni Scheiwiller”. Ne parliamo con la responsabile Mariella Larato.

Com’è nato il Musma?

Grazie alla “Fondazione Zètema” di Matera e sulla base del progetto culturale voluto dal critico e storico dell'arte Giuseppe Appella. E’ allestito nel seicentesco Palazzo Pomarici e rappresenta la stabilizzazione dalla pluriennale esperienza de “Le Grandi Mostre nei Sassiorganizzate sin dal 1978 dal “Circolo La Scaletta” di Matera. Dal 14 ottobre del 2006, giorno dell’inaugurazione con la presenza dell’allora ministro Francesco Rutelli, continua a dare degna collocazione alle numerose donazioni che si sono avvicendate, offrendo uno straordinario viaggio nella materia e nelle tecniche espressive attraverso 500 opere allestite nei sette ambienti ipogei, nei tre cortili del piano inferiore, nelle dieci sale del piano superiore e nelle sale appositamente dedicate alle mostre temporanee, alla grafica e alla ceramica.

Qual è l’essenza dell’arte contemporanea?

Non è facile definirla. Dalla mia personale esperienza nell’ambito della gestione del Musma ho registrato il grande interesse verso la plasticità contemporanea e la sua capacità di avere un forte impatto sull’osservatore. Credo, quindi, che ci sia intrinsecamente la capacità di indurci alla riflessione, di stimolare la nostra capacità di accogliere forme, idee e concetti estranei al nostro quotidiano e di sollecitare aree sconosciute del nostro pensiero. L’arte deve trasformare, aggiungere qualcosa in più a quello che già possediamo e deve aiutare, attraverso una sorta di maieutica socratica, a tirar fuori quelle parti di noi inesplorate per metterci continuamente in gioco nel rapporto con noi stessi e con gli altri.  

Parliamo delle attività in corso.

Attualmente è in corso la mostra temporanea “Fausto Melotti nel ritratto degli amici” che accoglie 30 sculture, 45 disegni, 50 opere grafiche, 12 libri d’artista, oltre a immagini e documenti dal 1928 al 1985. La mostra sarà allestita sino al 7 luglio 2012, quando inaugureremo un’esposizione con importanti opere della collezione di Alberto Zanmatti, l’architetto che ha curato l’allestimento del Musma. Sono in corso, inoltre, le attività didattiche per le scuole di ogni ordine e grado e per le famiglie.

 Da sempre il Musma ha un’attenzione particolare per l’aspetto didattico e ha stabilito forme di collaborazione con le scuole. Quali sono state le esperienze più importanti?

In ogni attività didattica, non sono solo i partecipanti ad apprendere nuovi contenuti e acquisire nuove competenze, ma anche noi operatrici didattiche impariamo molto. Tra le attività più importanti: il “Mercarte in fiera”, “IlMuseoSiMascherad’Arte” e “Appartiene a me e a lei”. Prossimamente le nostre attività didattiche saranno mandate in onda su “Rai Yo Yo”, nella trasmissione per bambini “Parapapà” con Armando Traverso. Quindici bambini della città dei Sassi sono stati coinvolti in giochi e attività di laboratorio alla scoperta dei linguaggi della scultura contemporanea.

Quali sono le difficoltà della vostra attività culturale nel nostro contesto territoriale?

La cooperativa “Synchronos” che si occupa della gestione del museo investe tutte le risorse e le proprie energie per favorire la divulgazione. La maggiore difficoltà è la mancanza di finanziamenti. Nel nostro caso questa carenza è maggiormente avvertita in quanto è un’istituzione privata e, pertanto, non riceve alcuna sovvenzione pubblica. Siamo coscienti che una parte del nostro lavoro è puro volontariato, ma la nostra passione ci spinge ad andare avanti, nella consapevolezza che la cultura possa rappresentare un fattore essenziale della trasformazione sociale e dello sviluppo economico, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.

L’arte contemporanea è spiccatamente concettuale. In che modo favorite l’idonea fruizione dei vostri spazi museali?

Utilizziamo diversi metodi: dalle attività didattiche (rivolte anche agli adulti) alle visite guidate, sempre calibrate e condotte in base ai visitatori che abbiamo di fronte. L’importante, a mio avviso, è stimolare la curiosità verso l’arte, le idee e i concetti che muovono gli artisti nella realizzazione delle loro opere. Durante le visite guidate cerchiamo di far capire che l’arte non è una prerogativa di pochi, ma è un bene prodotto dall’umanità e per l’umanità.

Quali sono i progetti per il futuro?

Nell’imminente stagione estiva proporremo la consueta rassegna musicale “Dal segno al suono. Dal suono segno”, giunta alla sua terza edizione, insieme a una serie di iniziative parallele ai concerti. Il nostro progetto ambizioso, a lungo termine, è fare del Musma un riferimento culturale a livello nazionale e internazionale. È un lavoro arduo e difficile, ma lo conduciamo con passione, sperando che le future generazioni possano goderne i frutti e riuscire a portarlo avanti con la stessa tenacia.

 

Pubblicato sul settimanale L'Altravoce N. 3 26/05/2012