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«Vedere ciò che si trova davanti al nostro naso richiede un impegno costante» George Orwell.

Nella società democratica le opinioni, le abitudini e le scelte delle masse vengono indirizzate, spiegava nel 1928 Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e l’ideologo degli attuali spin doctors − da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese». Nel suo saggio Propaganda, Bernays spiegava che nei sistemi democratici la propaganda è fondamentale per “dare forma al caos”: per evitare che la democrazia ci porti al caos e alla paralisi sociale, un “governo invisibile” manipola, le opinioni, le abitudini e le scelte dei cittadini, lasciando a costoro l’illusione di essere liberi.

La lezione di Bernays, in estrema sintesi, è che ai metodi repressivi si preferisce affiancare la manipolazione “dolce” volta a far credere ai cittadini che costoro siano liberi di scegliere quando invece le loro decisioni vengono orientate dall’alto. Questo processo nei decenni ha portato alla costituzione di una “scienza della manipolazione” di sconcertante raffinatezza che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica. Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere “nell’ombra”, manipolando da dietro le quinte i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo.

Qualcosa, però, di questo meccanismo, oggi sembra essersi inceppato: la manipolazione costante e capillare dell’opinione pubblica ha raggiunto al contempo il suo apice e forse il suo declino.

La frattura tra il potere “democratico” e la base della popolazione è sempre più drammatica, perché sempre più evidente è la diseguaglianza economica e sociale che certe politiche basate sull’austerity, il mondialismo e la globalizzazione hanno portato. Stiamo inoltre assistendo a una erosione capillare di tutte le identità forti, alla costituzione di una società sempre più liquida e a una generalizzata perdita dei valori che stanno comportando uno spaesamento collettivo e come reazione la diffusione dei cosiddetti “populismi”.

La popolazione sta infatti iniziando ad acquisire la capacità e la volontà di andare oltre l’apparenza per capire meglio gli avvenimenti e la loro genesi. Sempre più persone iniziano a informarsi in modo alternativo rispetto ai classici media di massa: il problema per loro è trovare un “contenitore” in cui poter recuperare notizie e fonti attendibili che non scadano nel becero cospirazionismo.

Il Blog Revoluzione nasce con un obiettivo ben preciso: la ricerca della migliore produzione giornalistica ed editoriale dedicata alla libera informazione. Il fine è formare una squadra di pensatori indipendenti che sia solidale e che faccia fronte unico contro la narrativa mainstream, rifuggendo da protagonismi o dal clamore del sensazionalismo.

Il nostro scopo è informare in modo corretto e attendibile per offrire quelle informazioni che il potere volutamente nasconde. L’intento è quello di offrire un canale di informazione unico nel suo genere, ove si possano approfondire quei modelli sociali, culturali, filosofici, economici, politici che si affermeranno nel futuro e al contempo renderli fruibili al grande pubblico.

Ci rivolgiamo a quanti vogliono emanciparsi da questo meccanismo per liberarsi dal giogo del controllo e della manipolazione. Il cambiamento passa anche attraverso la conoscenza. L’obiettivo è conseguire una rivoluzione interiore che possa fungere da punto di partenza per un’evoluzione collettiva globale. Siamo convinti che partendo dall’evoluzione interiore del singolo si possa trasformare l’intera società in un mondo nuovo e migliore in cui essere realmente liberi di pensare, di scegliere, di agire.

Dobbiamo essere consapevoli di essere immersi quotidianamente nella propaganda e che se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari (da Aldous Huxley a George Orwell), siamo ancora in tempo a “svegliarci” e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che anche la libertà, come la verità, richiede un impegno costante.