Il conocorso della discordia

L’etimologia delle parole spesso dice tutto e, forse, anche un po’ di più. Se analizziamo la parola “concorso” e per estensione il verbo “concorrere” si scopre che deriva dal latino e significa “correre insieme”, ma in senso figurato anche “convenire”, ossia accordarsi per fare o avere qualcosa. La fonte etimologica fotografa esattamente ciò che è avvenuto in occasione del recente concorso per dirigenti scolastici svoltosi a livello nazionale e, quindi, anche in Basilicata.

 Le prove

La prova preselettiva si è tenuta il 5 ottobre scorso; si è svolta contemporaneamente nelle sedi regionali con la somministrazione di quesiti uguali per tutti e un sistema di correzione centralizzata. I 6mila quesiti tra i quali sarebbero stati scelti i 100 della prova sono stati pubblicati, con le relative risposte, dal MIUR crca un mese prima. Sei giorni prima della prova, però, sono stati cancellati circa mille quesiti ritenuti errati.

 Le criticità

Succede di tutto e di più. Per esempio, nei mesi precedenti è stato organizzato un corso di preparazione al concorso in questione da parte dello Snals di Matera tramite l’Isfoli. Tra i docenti del corso figura anche il nome dell’ispettore Francesco Fasolino che successivamente sarà chiamato a comporre la commissione esaminatrice. I criteri adottati per la correzione sono stati molto diversi a livello regionale; addirittura in Basilicata la griglia di valutazione della prima prova scritta è stata resa pubblica a correzioni già avviate e quella della seconda prova scritta, invece, è stata pubblicata in data anteriore a quella del verbale nel quale la commissione ha dichiara di averla elaborata. Pecche procedurali non di poco conto. Problematico anche l’accesso agli atti: gli elaborati delle seconde prove non sono state messe a disposizione dei richiedenti poiché non erano stati ancora corretti e i plichi in cui erano chiusi non erano stati aperti. Chi assicura che non siano avvenuti scambi degli elaborati? Insomma, un gran pasticcio in quasi tutti gli aspetti organizzativi e gestionali del concorso. In Basilicata la prova preselettiva aveva lasciato in corsa meno del 20% dei candidati, mentre all'orale erano arrivati solo 63 candidati sui 147 presenti agli scritti. Tra i partecipanti al concorso in Basilicata c’è anche Livia che ha dichiarato: “I verbali e gli elaborati in nostro possesso, come quelli che non abbiamo potuto visionare perché sigillati dalla commissione, presentano elementi che saranno approfonditi nelle sedi competenti, ma quello che spero è che questo concorso venga seguito più da vicino dal ministero perché presenta troppe ombre. Chi di noi ha studiato e lavora seriamente sa che in un concorso le variabili sono tante, ma quello che io e gli altri candidati abbiamo visto finora non aiuta certo ad accettarne i risultati, né tantomeno fa sperare in un miglioramento della classe dirigente delle nostre scuole”.

 E adesso?

A questo punto si moltiplicano le lettere di denuncia e i ricorsi alle autorità competenti. Si sprecano i ricorsi al Tar. L’attività valutativa posta in essere dalla commissione giudicatrice è inficiata da marcati vizi di irragionevolezza; infatti, l’esercizio della discrezionalità tecnica non appare improntato ai necessari canoni di logicità, congruità e completezza del giudizio, non essendosi dotati preventivamente di rigorosi parametri di valutazione, invero necessari per circoscrivere l’ampio potere discrezionale e, così, rendere trasparenti le operazioni selettive. A molti viene il dubbio che sia stata la malcelata volontà di pilotare le prove. Alla fine la Basilicata è stata la prima regione a pubblicare i risultati finali. Intanto s’inizia a parlare, però, di un eventuale danno erariale provocato dal possibile annullamento del concorso, quantificabile in oltre un milione di euro. Come spesso accade la speranza del concorso ha lasciato il posto alla rabbia del ricorso.

 

Pubblicato sul settimanale L'Altravoce N. 8 30/06/2012

Il conocorso della discordia