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Rassegna stampa

 

Notizie ANSA

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Dal braccio della morte alla vita N.11 06/02/2010

E’ stata scritta un’altra pagina di teatro connotata da una forte tensione emotiva il 29 gennaio scorso presso il cineteatro della Valle di Ferrandina con la messa in scena del monologo in atto unico – Maria Barbella dal braccio della morte alla vita – interpretato da Francesco Evangelista e liberamente tratto dal libro edito da Giunti “La signora di Sing Sing” dell’antropologa Idanna Pucci. Lo spettacolo, il cui ricavato è stato devoluto all’Associazione Donatori di Midollo Osseo, suggella il salto di qualità della Compagnia Senza Teatro che, in attività dal 2001, dopo aver esplorato in maniera egregia prevalentemente le commedie di De Filippo, approda ora, grazie alla regia di Davide Di Prima (selezione musicale) e Adriano Nubile (luci) al teatro impegnato. La vicenda narrata è una storia di emigrazione, di speranze, di amore, di dolore, di discriminazione, di solidarietà e di libertà. La giovane ferrandinese Maria Barbella, emigrata a Manhattan, lavora in una fabbrica di mantelli, nel frattempo cede alle avances di Domenico Cataldo, lustrascarpe di Chiaromonte. Maria è sedotta e abbandonata, Domenico, infatti, non intende sposarla e addirittura cerca di convincerla a prostituirsi. Così il 26 aprile 1895 si consuma il dramma e la povera Maria uccide il suo amante aguzzino con un taglio di rasoio alla gola. “Ho preso il suo sangue così lui non potrà più prendere il mio“ dice Maria. Dopo un processo lampo, falsato dalle incomprensioni linguistiche e dal razzismo imperante dell’America dell’epoca, Maria diventa la prima condannata alla sedia elettrica. E’ solo grazie all’impegno tenace di Cora Slocomb (bisnonna dell’autrice del libro) e sposata con il conte italiano di Brazzà che Maria ottiene la libertà nel processo d’appello trasformatosi nella prima campagna contro la pena di morte. E’ una storia, quindi, totalmente al femminile quella proposta da Evangelista che, con la sua imponente presenza scenica, offre un’interpretazione a tratti magistrale con tutti i muscoli del suo corpo in tensione all’ombra di una grande vela presente nella scenografia, volutamente povera, una vela gonfiata dal vento della speranza degli emigranti. Ferrandina, città della vita contro la pena di morte, ben presto salirà agli onori della cronaca, infatti, è in preparazione una fiction coprodotta dalla Rai ispirata proprio sulla vicenda di Maria Barbella. Dice Fëdor Dostoevskij ne L'idiota: ”La punizione di uccidere chi ha ucciso è incomparabilmente più grande del delitto stesso. L'omicidio in base a una sentenza è incomparabilmente più atroce che non l’omicidio del malfattore.”

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.11 06/02/2010