Giovedì, 28 Marzo 2024

Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

Attualmente redattore del mensile Mistero

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Le origini occulte della musica: da Mozart a Lady Gaga, il viaggio nei meandri nascosti dell’universo musicale

La musica bisognerebbe ascoltarla non sentirla: perché c’è una bella differenza tra ascoltare e sentire. Ognuno di noi ha le proprie canzoni preferite, i cantanti di riferimento e i gruppi osannati e celebrati come grandi idoli issati nei piccoli circuiti integrati dei moderni nanolettori musicali. Spesso canzoni sentite mille volte, ma poche volte ascoltate con attenzione. Cosa sappiamo, per esempio, veramente della nostra musica preferita? La trilogia “Le origini occulte della musica” di Enrica Perucchietti ed edita dalla casa editrice torinese “Uno Editori” in quasi milleduecento pagine complessive accompagna il lettore dietro le quinte della musica, in una lunga cavalcata partendo da Mozart fino ad arrivare ai maggiori esponenti della musica contemporanea. Uno studio documentato e preciso con l’intento di analizzare la vita privata e la produzione musicale dei personaggi di spicco; una prospettiva diagonale per ascoltare, come si diceva, ponendosi metaforicamente dietro il palco dello spettacolo musicale e mettendo in un unico sistema conoscitivo non solo la musica ma anche le eccentricità e la vita privata delle più importanti star a livello mondiale.

Una ricerca approfondita che mira a esplorare il complesso rapporto della produzione musicale con l’occultismo, la magia (anche sessuale), il satanismo, gli ufo, la neostregoneria e l’esoterismo.

Un viaggio magico e affascinante attraverso le biografie dei mostri sacri della musica, alla scoperta di personalità fragili, disturbate e ossessionate, ma allo stesso tempo in grado di cristallizzare attraverso la musica il proprio estro e imperscrutabili genialità.

Un’affascinante sequela di scoperte che disvelano cosa si nasconde dietro alcuni simboli presenti negli album, evidenziati nei videoclip e descritti nei testi, spesso con la loro valenza subliminale ed esoterica.

Sullo sfondo resta comunque un importante interrogativo: i contenuti di carattere esoterico, in verità sempre meno nascosti, nei videoclip, negli albumi e nelle canzoni stesse vengono veicolati per comunicare l’appartenenza a élite segrete o come stratagemma di marketing spinto? Forse la risposta nella maggior parte dei casi risiede nel giusto compromesso tra le due ipotesi.

Di certo il potere magico e vibrazionale della musica è ammaliante per tutti: potente strumento evocativo per i cantanti e per i musicisti, ma anche un forte richiamo per tutti coloro che prestano ascolto. Tra le due tipologie di soggetti si crea così un forte legame comunicativo. Proprio come nel mondo delle favole: c’è chi le racconta e chi le ascolta, in mezzo la musicalità delle parole.

 

Volume I: il sentiero oscuro, da Mozart agli anni settanta

Il viaggio nei meandri nascosti della musica inizia proprio con un riferimento fiabesco che accompagnerà tutto lo sviluppo espositivo del primo volume. Si tratta del “Pifferaio Magico”, il protagonista della celebre fiaba tedesca dove si intrecciano elementi esoterici fortemente evocativi. Innanzitutto il suono del piffero è un forte richiamo ipnotico e un invito a seguire il suonatore; questa figura richiama l’archetipo del dio Pan, anch’egli dotato dello strumento musicale del flauto. Ecco il grande potere seduttivo della musica nei confronti delle masse; proprio come i topi che seguono il pifferaio. Con questa immagine di riferimento si può ben comprendere il potere della musica e gli effetti che può avere. L’analisi di questi intrecci prende le mosse già a partire dal settecento e in particolare con la figura di Mozart. È accertato che egli facesse parte della Massoneria. Il capostipite dei “pifferai” può essere individuato proprio in lui; non a caso tra le sue opere più rappresentative troviamo proprio il “Flauto magico”, fortemente connotato con tematiche massoniche e iniziatiche.

Il potere condizionante della musica fu compreso e sfruttato in particolare dal nazismo che modificò lo standard di accordatura da 432 Hz a 440 Hz come già aveva iniziato a fare negli anni precedenti Wagner; l’accordatura a 432 Hz è definita aurea e avrebbe effetti positivi sull’uomo a differenza, invece, di quella a 440 Hz che, a partire dal 1953, è stata adottata a livello mondiale. Tale accordatura se utilizzata in un certo modo rappresenterebbe un potente strumento di manipolazione e controllo delle masse.

Nel primo volume viene proposta una carrellata di grandi nomi dello scenario musicale. Si scopre così, per esempio, il grande interesse dei Elvis Presley per gli ufo e per la Società Teosofica. Il fulcro dell’analisi si sposta poi sulla figura di Jimmy Page e dei Led Zeppelin, fortemente intrisi nella cultura esoterica, come si può notare dai testi delle canzoni, nelle immagini di copertina degli album e nelle loro frequentazioni private. La loro massima espressione in tal senso può essere rintracciata senza dubbio nel capolavoro “Stairway to haeven”, dove un’accurata miscela alchemica di sonorità richiama chiaramente nel testo proprio la figura del pifferaio.

Ma non è tutto: ogni “pifferaio” ha la propria peculiarità. Bob Dylan, per esempio, ammette di aver siglato un patto con il diavolo; Jim Hendrix è, invece, fortemente attratto dalle tematiche ufo e dalle pratiche Voodoo, mentre i Beatles sono molto vicini all’occultismo soprattutto di matrice orientale. Che dire poi dell’esplicito riferimento dei Rolling Stones nella loro celebre canzone “Sympathy for the devil”?

Un intero capitolo è dedicato anche al Duca Bianco David Bowie: una figura complessa e sfaccettata, anch’egli profondamente influenzato dalla magia e dalla cultura ufo.

Il primo libro della trilogia si chiude con l’analisi della figura centrale del rock degli anni ’70: Jim Morrison. Egli rappresenta l’incarnazione dionisiaca votata allo sciamanesimo e alla sistematica dilatazione lisergica della percezione della realtà.

 

Volume II: dai Queen a Marilyn Manson

La seconda tappa del lungo excursus musicale ha come compagno di viaggio la figura del “Briccone divino” che si ricollega al mitologico Mercurio: messaggero degli dèi, padre dell’alchimia e patrono degli ingannatori.

Dal pifferaio magico al trickster il passo è breve e spesso sfumato: nel primo caso è preminente farsi sentire, nel secondo caso, invece, farsi vedere e ingannare con il travestimento. Esiste, dunque, un filo conduttore nell’evoluzione musicale: a partire dagli anni ’70 entra sulla scena la teatralità; sedurre non solo con il potere delle note musicali, ma anche creando a tavolino sofisticate icone immagini delle rockstar.

Maestro indiscusso in questo è stato certamente in primis Freddy Mercury; già nel nome richiama la figura di Mercurio e, come detto, dunque del simpatico briccone. Egli ha fatto del travestimento scenico la sua arma migliore. Non mancano i riferimenti esoterici alla Fenice nel stemma dei Queen e anche in alcune copertine. Insomma con Freddy Mercury irrompe sulla scena musicale l’artista a tutto tondo che deve sfacciatamente apparire, spesso per nascondere la propria personalità. Il briccone ha tante facce: è il caso di Bono Vox, anch’egli porta nel nome apparentemente una positività, fortemente impegnato in operazioni filantropiche, ma in realtà mondialista convinto e sostenitore degli OGM.

La figura del burlone si rispecchia anche nel personaggio di Peter Pan e non a caso ritorna ancora il collegamento del dio Pan. Il Peter Pan della scena musicale mondiale può essere considerato senza dubbio Michael Jackson. Anche lui gioca molto con l’aspetto fisico e in particolare con le continue trasformazioni del suo viso fino a renderlo innaturale.

L’esasperazione per l’aspetto fisico che prende quasi il sopravvento sull’espressività musicale si sublima in particolare con Marilyn Manson per il quale il palco diventa palcoscenico dove estremizzare alcuni comportamenti spesso antireligiosi e fortemente evocativi ed esoterici.

 

Volume III: il canto delle sirene, da Madonna a Lady Gaga

La compagna di viaggio di riferimento del terzo volume della trilogia è la figura mitologica della sirena. Questa incarna la primordiale musa celestiale nei connotati fisici, ma diabolica negli intenti reconditi: strega gli uomini con il suono suadente e musicale della propria voce. Anche in questo caso resta celato ma presente l’aspetto ingannevole del suono intenso in senso lato. Il cerchio si chiude: la moderna evoluzione o involuzione della musica è compiuta. Dal pifferaio magico, passando attraverso il briccone simpatico si giunge, infine, ai giorni nostri e al richiamo delle sirene: dal suono del piffero alla musicalità della voce del canto delle sirene. Nella figura della sirena, però, si condensano e si fondono insieme la componente musicale del pifferaio e l’eccentricità visiva del briccone: la voce sensuale in un corpo attraente e appariscente.

L’archetipo della sirena è ben rappresentato dalle moderne rockstar femminili: giovani, belle, disinibite, eccessive in tutto e tragicamente fragili ed effimere. Proprio come le sirene.

Il meccanismo è sempre lo stesso: ragazze giovanissime acqua e sapone date in pasto all’opinione pubblica sui rotocalchi o nelle serie tv per teenagers; si crea così il personaggio che in pochi anni sfonda sul palcoscenico della musica che conta, diventando però fondamentalmente provocanti icone sexy di riferimento e da imitare. Dopo pochi anni di enorme successo inizia la parabola discendente, già incalzate dalle nuove e giovanissime star e il gioco ricomincia. Gli esempi sono numerosi: Beyoncé, Jennifer Lopez, Rihanna, Katy Perry, Miley Cyrus e Britney Spears. Fino ad arrivare alla nuova regina delle sirene: Lady Gaga. Con Angelina Germanotta si assiste a un’esplosione di riferimenti all’occultismo e a tematiche neopagane, spesso con atteggiamenti eccessivamente blasfemi, conditi sul palco da movenze fortemente ipersessualizzate.

Il primo riferimento di questa matrice espressiva è stata senza dubbio Madonna che a differenza delle altre ha saputo resistere sulla scena mondiale per tanti anni, reinventandosi continuamente e puntando costantemente sulla provocazione. Profondamente influenzata dalla Kabbalah, dalla New Age e dall’esoterismo la rockstar di origini italiane ha utilizzato queste tematiche soprattutto negli spettacoli delle sue tournée in giro per il mondo.

L’elemento comune delle moderne sirenette è certamente quello di essere allo stesso tempo vittime e carnefici: ammaliano e poi scompaiono. Loro stesse sono spesso vittime di sofisticate tecniche di controllo mentale perpetrate sottilmente e allo stesso modo spesso strumenti più o meno inconsapevoli di sofisticazione e controllo delle masse.

 

La trilogia apre certamente uno scenario originale e offre numerosi strumenti interpretativi idonei per capire meglio e più in profondità cosa si cela realmente dietro il grande carrozzone dell’industria musicale mondiale. L’impressione finale, seguendo lo sviluppo della produzione musicale degli ultimi decenni, è che in realtà la musica si sia svuotata progressivamente della forza vibrazionale e propulsiva che certamente aveva per esempio negli anni ’70, diventando poco più che un megafono in mani pericolose e un ulteriore strumento di controllo e condizionamento. Questo stride fortemente con la citazione di Nietzsche secondo il quale “senza musica la vita sarebbe un errore”. Un errore di ”ascolto” e che dovrebbe essere fortemente “sentito”.

 

Pensando al cinema: The Rocky Horror Picture Show di Jim Sharman (1975)

                                Metropolis di Fritz Lang (1927)

 

Pensando una canzone: Stairway to haeven, Led Zeppelin - Tratto dall’album: “The song remains the same” (1971)

 

La citazione

«Quello che interessa evidenziare è il rapporto secolare tra musica e occulto, magia, ufologia, sciamanesimo e oggi controinformazione, andando a scavare un po’ nelle vite degli artisti e nella loro produzione. Cercando anche di capire quanto questi pensieri, dottrine, religioni o filosofie possono aver influito su di essi e sulle loro canzoni».

ENRICA PERUCCHIETTI

 

L’autrice

Enrica Perucchietti vive e lavora a Torino come giornalista, scrittrice ed editor. Laureata con lode alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino, Anno Accademico 2002-2003, con una tesi di ricerca di Storia delle Religioni sull’Alchimia ("Come ho scoperto la Pietra Filosofale": il tema dell'alchimia nell'ermeneutica di Mircea Eliade), si specializza in esoterismo. Dopo la laurea frequenta un corso di Redazione Editoriale e vince uno stage presso una nota casa editrice. Frequenta la Facoltà di Teologia dell'Italia Settentrionale. Diventa giornalista televisiva e lavora per sei anni presso l'emittente locale RETE7 come giornalista e conduttrice (TG Informasette, Studio&Stadio, Nordovest, Parliamone alle 13). Dopo numerose pubblicazioni su riviste web e cartacee, pubblica diversi saggi. Lavora come editor e ufficio stampa per la UNO editori.

 

Scheda tecnica della trilogia

Autrice: Enrica Perucchietti

Casa editrice: Uno Editori

Luogo pubblicazione: Orbassano (to)

Pubblicazione: 

Vol. I Ottobre 2014  
Vol. II Aprile 2015
Vol. III Novembre 2015

 

Formato: 14x20 cm

 

Pagine:

Vol. I  422
Vol. II  406
Vol. III  360

 

Prezzo:

Vol. I euro 17.50
Vol. II euro 16.90
Vol. III euro 16.90