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Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

Attualmente redattore del mensile Mistero

rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno

 

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Il salumiere e la politica delle facce N.16 13/03/2010

Le elezioni regionali e comunali del 28 e 29 marzo sono ormai alle porte. Tutto pronto. Le liste sono pronte nonostante i noti ritardi nelle presentazioni per il tanto sospirato panino dal salumiere. I vecchi megafoni, che hanno filtrato per intere generazioni gli annunci con nostrani accenti metallici, sono anch’essi pronti, fissati con lo stesso misero spago di sempre sull’utilitaria di turno che consumerà forse gli ultimi chilometri del suo tachimetro in lungo e in largo sulle nostre strade. Le stesse strade dove per terra si disperdono una miriade di santini elettorali destinati a riempire gli angoli più o meno nascosti con un’esplosione di colori, alla stessa stregua dei coriandoli nelle strade di Rio de Janeiro. I santini, gioco beffardo della semantica e nuova mania per i collezionisti. I santini stanno alle elezioni come i bugiardini (foglietti illustrativi) stanno alle medicine. Un altro pezzetto della foresta Amazzonica andato in fumo forse perché la politica ha bisogno del fumo. Stiamo parlando dei santini o dei santoni? Sono pronte anche le innumerevoli botteghe elettorali, le uniche che aprono dove gli altri chiudono. E’ la risposta della politica alla crisi economica. Capita, perciò, di vedere i faccioni in bella mostra proprio dove fino a ieri c’erano i salami esposti dal vecchio salumiere spazzato via dalla crisi economica nonostante qualche avventore ritardatario in procinto di presentare le liste elettorali. Strana sorte quella del salumiere. Sono pronti anche i manifesti e le gigantografie. Un altro pezzetto della foresta Amazzonica andato in fumo. Pettinature sapientemente ritoccate dal barbiere tecnologico. Facce ammorbidite dal chirurgo estetico tecnologico. Sorrisi accennati, sfrontati e sfolgoranti resi tali dal dentista tecnologico. Cravatte improbabili indossate solo in occasione dell’ultima prima comunione. Troppo vicine le facce dei candidati, troppo vicine ai passanti distratti. Su alcuni manifesti campeggia la scritta – affissione abusiva - Può la politica essere abusiva? Abusiva no, simpatica, anche involontariamente, di certo leggendo alcuni slogan. Cognome del candidato: Finocchio, slogan: Uno come te! Altro slogan: Non sono una escort e mi candido lo stesso. Ancora: Non finirà a tarallucci e vino (con fotografia annessa dei medesimi). Cognome del candidato Callipo, slogan: Non mi sono mai piegato. E infine: Non sono un riempilista. Il corroborante Ennio Flaiano usava dire - la situazione politica in Italia è grave ma non è seria - Dal 30 marzo tutte le botteghe elettorali saranno serrate e resteranno tali anche perché il salumiere non riaprirà.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.16 13/03/2010