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In arrivo il bonus assunzione N.94 15/10/2011

Qualcosa bisogna farla e con una certa urgenza. I dati dell’ultimo rapporto Svimez 2011 sono impietosi e preoccupanti allo stesso tempo: solo numeri freddi, ma dietro si celano il disagio sociale ed economico di numerose famiglie. Al Sud, in Basilicata e in Puglia, il fenomeno della disoccupazione è due volte superiore alla media nazionale. Ormai non ci sono più dubbi: il Mezzogiorno è in recessione. A Sud il tasso di occupazione giovanile (fascia di età 15-34 anni) è giunto nel 2010 ad appena il 31,7%, contro il 33,3% del 2009. La Basilicata perde oltre il 14,7% degli occupati, ossia circa altre 3.600 unità. In sostanza al Sud lavora meno di un giovane su tre. Per cercare d’invertire questo trend negativo finalmente sta per arrivare un aiuto concreto. L’unione europea, infatti, ha dato il via libera al bonus assunzione. Si passerà alla fase attuativa già dalle prossime settimane. Questo strumento prevede incentivi per le aziende che assumeranno nuove unità lavorative a tempo indeterminato. Ad annunciarlo è il Ministero del lavoro di concerto con quello per il rapporto con le regioni. Bisognerà ora trovare l’intesa con quelle interessate per la copertura finanziaria. Le regioni bersaglio degli incentivi sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il prossimo passo sarà l’emanazione di un decreto del Ministero dell’economia dove saranno garantiti i limiti di finanziamento per ogni singola regione. Il bonus assunzione, già inserito nel cosiddetto “decreto sviluppo” dello scorso mese di maggio, prevede la concessione d’incentivi pari al 50% dei costi salariali per le aziende che provvederanno ad assumere nei prossimi dodici mesi lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Per i contratti part-time, invece, l’erogazione del credito d’imposta sarà calcolata in maniera proporzionale rispetto alle ore prestate dal lavoratore in rapporto a quelle previste dal contratto nazionale di lavoro di riferimento. La misura rientra nel cosiddetto “pacchetto per la crescita” e dovrebbe essere integrata con altre forme d’incentivi per gli investimenti aziendali. Il credito d'imposta per le nuove assunzioni impiegherà le risorse Ue destinate a questi territori dal Fondo Sociale Europeo (Fse) e dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), in abbinamento a quelle del Fondo Aree Sottoutilizzate (Fas) con una spesa complessiva di 500 milioni di euro. Gli assunti devono rientrare nelle categorie “lavoratore svantaggiato” o “lavoratore molto svantaggiato”; i primi in base alla normativa comunitaria sono coloro che presentano almeno una delle seguenti condizioni: sono privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, sono privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, hanno più di 50 anni di età, vivono soli o con una o più persone a carico, sono occupati in professioni o settori con elevato tasso di disparità uomo-donna, sono membri di una minoranza nazionale. Sono considerati, invece, “molto svantaggiati” i lavoratori senza lavoro da almeno 24 mesi. Il credito d’imposta è determinato sulla base della differenza tra il numero dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato rilevato in ciascun mese e il numero dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato mediamente occupati nei dodici mesi precedenti l'arco temporale di applicazione del beneficio. C’è il rischio comunque che, poiché la maggior parte delle piccole imprese del Sud tendono a sottrarsi agli adempimenti fiscali, la misura proposta finisca per favorire l’assunzione di lavoratori nelle poche grandi imprese. In sostanza nel concreto la misura, probabilmente, favorirà l’occupazione nei supermercati più che nei piccoli esercizi commerciali. Potenzialmente il nuovo bonus assunzione potrebbe produrre un incremento occupazionale nel Mezzogiorno pari a 42.300 unità, con un costo salariale pari a 817 milioni di euro. Tutto questo, se rapportato alla detassazione del 50% ora riconosciuta per le assunzioni al Sud, potrebbe generare un credito d’imposta per ogni singola unità lavorativa nell’ordine di oltre 9.600 euro annui. Una boccata d’ossigeno. Servirà per rianimare il moribondo sistema economico del Sud?

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.94 15/10/2011