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Astana, la città del sole - Novembre 2021 - Giuseppe Balena

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Astana, la città del sole - Novembre 2021

  1. “Per me si va ne la città dolente,
    per me si va ne l'etterno dolore,
    per me si va tra la perduta gente.
    Giustizia mosse il mio alto fattore:
    fecemi la divina potestate,
    la somma sapienza e 'l primo amore;
    dinanzi a me non fuor cose create
    se non etterne, e io etterno duro.
    Lasciate ogne speranza, voi ch' intrate”
    (Inferno – Canto terzo, ver. 1-21)

    In questo celebre versetto Dante riportava l’iscrizione presente davanti alla porta dell'inferno, la stessa che nell’antichità spesso si trovava all’ingresso delle città.
    Astana, la capitale del Kazakistan, sembra invece un paradiso in terra. Sembra. Una città misteriosa, colorata, piena di luci e costruita dal nulla in poco tempo: l’archetipo perfetto della modernità. Una città affascinante e ricca di simboli esoterici. La nuova Gerusalemme o una dannata Babele infernale?
    La città sorge in una zona poco densamente abitata, come una cattedrale nel deserto al centro in uno stato vastissimo. La Repubblica del Kazakistan si sviluppa su una superficie di 2.724.900 km²; dopo la Russia è il paese più grande per estensione tra le repubbliche nate dopo il disfacimento della potenza sovietica. Per quasi sei mesi all’anno è totalmente gelata e si raggiungono anche temperature di -35 gradi. La sua forza economica si basa sulle risorse naturali: carbone, petrolio, gas e ferro.
    Lasciamo, dunque, ogni speranza e addentriamoci nella sua misteriosa capitale.

     La capitale
    Astana nella lingua locale significa letterale e semplicemente «capitale»; tuttavia, il nome deriva dal persiano Istadan che significa “soglia”. L'antico nome alla città era Ak Mola (Ақмола) che significa "mausoleo bianco". Il primo insediamento nella zona risale al 1824, quando un gruppo di cosacchi siberiani fondò una fortezza; successivamente divenne una città e fu chiamata Akmolinsk. Nel 1961 fu denominata Tselinograd che significa “città delle terre vergini”.
    Solo nel 1997 è diventata ufficiosamente capitale e con il decreto presidenziale del 6 maggio 1998 ha assunto, invece, ufficialmente il nome di Astana con lo status amministrativo di città autonoma.
    La popolazione attualmente conta quasi un milione di abitanti ed è in rapido aumento.
    La città si estende in forma circolare e per questo è soprannominata “il sole nel deserto”. Teniamo a mente questo elemento: il sole ossia un elemento che, come vedremo, ricorre spesso nella fisionomia di questa città.
    La sua costruzione fino a questo momento, secondo una stima approssimativa, è costata circa sette miliardi di euro; la struttura urbana è costantemente in fase di completamento, grazie all’apporto creativo dei migliori architetti e ingegneri provenienti da tutto il mondo e finanziati dai petroldollari. Buona parte di queste risorse finanziarie sono state messe a disposizione dal presidente Nursultan Äbişulı Nazarbaev.

    Il presidente assoluto
    La storia recente della nazione è legata indissolubilmente a un solo nome: Nursultan Äbişulı Nazarbaev ossia il presidente, di fatto a vita, della repubblica. Un abile politico, pragmatico e sovranista. Nazarbaev è riuscito a ritagliarsi un ruolo di primo piano nella scena politica, non solo asiatica. Ha svolto la funzione di governatore sin dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Il 4 dicembre 2005 alle elezioni presidenziali ha vinto con la schiacciante maggioranza del 91,15%. Vittoria poi ulteriormente consolidata nell'aprile 2011 con il 95,5% delle preferenze. Nel giugno 2008 è stata avanzata una proposta parlamentare per modificare il nome della città in "Nursultan" proprio in suo onore; l'idea, però, è stata respinta dallo stesso Nazarbayev che ha ribadito la ferrea volontà di mantenere il nome attuale di Astana.
    Cosa c’è di così importante in questa città e nel suo nome?

    Gli edifici principali
    L’edificio certamente più importante e più in vista della città è Il Palazzo della Pace e della Concordia, ossia una grande piramide costruita nel 2006 e voluta dal presidente con un esborso di circa 58 milioni di dollari.
    La piramide, come altre costruzioni importanti dalla città, è stata progettata dall’architetto massone Norman Foster. L’edificio, come ha dichiarato lo stesso presidente, è «consacrato alla pace e alla convivenza tra le religioni»; infatti è destinato ad accogliere i convegni internazionali dei rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Un grande sforzo finanziario solo per assolvere a questa vocazione ecumenica? O forse nasconde qualcos’altro?
    Il palazzo presenta una strana simmetria: è alto 62 metri e ha una base di 62 metri per 62 metri. Il numero 62 è ambivalente e rappresenta nella numerologia, a livello simbolico, il guadagno e l’operatività, ma anche il trionfo del serpente, del vizio e del denaro che corrompe tutto. É, inoltre, anche il numero delle persone dispotiche e prepotenti, della frode e dello sciacallaggio. Questo numero simboleggia, infine, anche gli uccelli esoterici con particolare riferimento alla colomba e alla civetta.
    La piramide ha una forte valenza esoterica in funzione ternaria (62x62x62); le dimensioni potrebbero essere collegate alla successione ternaria diabolica del 666 alla quale però bisognerebbe aggiungere un quarto 6 riveniente dal numero 2 della seconda parte della cifra 62 (2+2+2); insomma una quarta dimensione aggiuntiva e nascosta.
    La struttura è divisa in tre piani. La parte inferiore ospita un teatro di 1.500 posti. Si tratta di una sala buia e l'illuminazione è completamente artificiale. Il soffitto è caratterizzato dalla decorazione di un grande sole. Il secondo livello, invece, è una sala usata, come abbiamo visto, per le riunioni degli esponenti delle maggiori religioni del mondo. Si presenta nettamente più luminosa e anche in questo caso al centro è raffigurato un grande sole. Il terzo livello, quello superiore, è una sala meeting sovrastata da un’enorme struttura circolare che richiama ancora una volta il sole; le pareti sono completamenti trasparenti e l’ambiente, quindi, è predisposto a ricevere la massima illuminazione solare.
    Come si può notare questa struttura richiama il simbolismo della piramide e intrinsecamente anche il numero tre, strettamente collegato al culto del sole. Tre, infatti, sono i livelli del monumento piramidale e indicano, altresì, un percorso iniziatico verso l’illuminazione.
    L’intera struttura, dunque, sembrerebbe rispettare la tradizione millenaria di sublimare messaggi esoterici nelle costruzioni, proprio come facevano i costruttori delle antiche cattedrali. In particolare la raffigurazione della piramide tronca che ritroviamo anche nella moneta americana da un dollaro sembra essere richiamata, come abbiamo visto, proprio nell’apice della piramide.
    Un chiaro esempio di applicazione nella realtà della visione pitagorica dell’universo e della sua suddivisione in tre dimensioni: mondo supremo, mondo superiore e mondo inferiore.
    La conferma ulteriore della cifra simbolica riviene anche dalla presenza lungo un’importante arteria viaria della città di una grande struttura ancora una volta a forma piramidale con tre lunghi assi che s’incrociano verso l’alto.
    Un’altra struttura simbolo della città è certamente il monumento Bayterek. Si tratta di una torre di 97 metri con in cima una sezione sferica color oro. È posizionata nel lato opposto al viale che conduce al palazzo presidenziale. La torre rappresenterebbe l’albero del pioppo ed è stata progettata, proprio come la piramide, ancora una volta proprio da Sir Norman Foster su richiesta del presidente Nazarbayev. É importante notare a tal proposito come il pioppo per i greci rappresenti l’albero degli inferi. Questo albero, inoltre, richiama l’albero della vita che rappresenta il canale attraverso il quale gli spiriti lasciano il mondo materiale e si uniscono al mondo divino. Si tratta del cosiddetto Axis Mundi e rappresenta il collegamento tra cielo e terra, ma anche il centro e il punto intersecato del sacro cerchio (solare) dal quale partono i quattro punti cardinali. Ancora un simbolismo solare.
    L’enorme struttura potrebbe essere una rappresentazione simbolica della leggenda dell’uccello divino Samruk che depositava le sue uova in alto negli alberi, dove gli umani non potevano arrivare: una metafora dell’occultamento delle conoscenze iniziatiche. La sfera, ovviamente, rappresenta ancora una volta il sole. L’uccello potrebbe essere ricondotto al mito della Fenice. Non a caso guardando la mappa della città dall’alto, proprio in prossimità del palazzo presidenziale, si può notare distintamente la raffigurazione della Fenice. Come abbiamo visto anche le dimensioni della piramide cittadina e il simbolismo del numero 62 ci riconducono idealmente al concetto dell’uccello sacro.
    All’interno della sfera nella sommità della torre sono presenti un triangolo con l’impronta della mano di Nazarbayev e un globo con le firme di diciassette rappresentanti religiosi. Ritorna quindi ancora una volta il tema dell’ecumenismo.
    Sul viale opposto rispetto a dove si trova la torre sorge maestoso il palazzo presidenziale detto anche «Ak Orda» (in kazako «la legione bianca»). Nella parte antistante al grande spiazzo sorgono due enormi torri che ricordano palesemente le due colonne del tempio di Salomone, ossia Boaz e Jachin. Perciò il palazzo presidenziale, posto tra le due colonne, potrebbe rappresentare metaforicamente proprio il tempio. Sulla sommità del palazzo si trova una grande cupola, in rappresentanza del principio femminile e in collegamento duale con la torre fallica di Bayterek (il principio maschile) che si scorge di fronte in lontananza. Questo layout è presente anche in altre città con una forte valenza esoterica, come per esempio Washington DC e Parigi. Tutto sembrerebbe rientrare in un perfetto disegno urbanistico e architettonico e richiamerebbe La città del Sole, ossia la comunità utopica descritta nell’opera letteraria del 1602 da Tommaso Campanella. La Città del Sole era governata dal Metafisico, un re-sacerdote votato al culto proprio del dio sole. L’attinenza con il presidente Nazarbayev è abbastanza evidente.
    Un’altra struttura particolare e allo stesso tempo curiosa è il Khan Shatyry Enterainment Center, ossia il tendone più grande al mondo. Un’opera gigantesca concepita sempre da Sir Norman Foster. Sotto la tenda c’è una superficie equivalente a dieci campi di calcio. Sarà adibita a parco urbano, con negozi e luoghi di intrattenimento e al suo interno addirittura ci sarà un fiume artificiale, un centro commerciale, un minigolf e una spiaggia. La struttura è fatta per assomigliare a un tabernacolo, molto simile a quello presente nel tempio di Salomone.

    Il culto del sole
    Nella capitale kazaka, tra le città più fredde del mondo, paradossalmente il tema dominante, come abbiamo visto, è il sole. Allo stesso modo il colore più diffuso è il giallo oro che ovviamente richiama l’astro solare ed è tipico del culto esoterico egizio. Il richiamo al sole lo ritroviamo già nella struttura circolare della città. Non a caso, come abbiamo visto, nella piramide la suddivisione in tre livelli richiama proprio l’ascesa dall’oscurità del ventre della terra all’illuminazione dei raggi solari.
    Il sole rappresenta l’elemento maschile e il principio attivo. È quindi simbolo dell’origine, del principio e della ragione che rischiara le tenebre e illumina le intelligenze. Sarebbe, quindi, un chiaro collegamento alla religione naturalista ed eliocentrica, proprio come nella Città del Sole di Campanella.
    L’emblema del sole lo ritroviamo anche nella bandiera nazionale, affiancata da un uccello in volo che sembrerebbe proprio ancora una volta una fenice. In Egitto questo uccello era solitamente raffigurato con la corona proprio del disco solare. Nei miti greci, ma non solo, era un favoloso uccello sacro, con il piumaggio dal colore splendente e il collo color oro.
    Anche la bandiera della capitale riporta uno strano simbolo all’interno di una struttura solare a raggiera.

    Cosa nasconde Astana?
    Astana è una città affascinante e allo stesso tempo misteriosa, colma di riferimenti simbolici ed esoterici, già a partire dal suo nome composto guarda caso da sei lettere che anagrammate curiosamente riportano al nome di Satana. Solo un caso? É curioso, inoltre, notare che nel lessico tradizionale dei nomadi kazaki Astana significhi «luogo dove si decide». Dove si decide cosa?
    In realtà è tutta la zona a essere ammantata da un alone di mistero. Ecco un’altra strana curiosità che non trova apparentemente una spiegazione ufficiale: inserendo su Google Map le seguenti coordinate +52° 28' 47.14, +62° 11' 8.38 è possibile vedere dall’alto un gigantesco pentalfa disegnato in una zona poco distante dalla capitale.
    Un altro aspetto fondamentale è che la costruzione di Astana rispecchia la struttura dell'albero sefirotico della kabbalah. La città è stata edificata, soprattutto nella sua parte centrale, proprio tenendo conto dello schema dell’albero della vita. Questo è confermato anche dalla presenza simbolica della torre. L’albero può essere considerato come la rappresentazione del processo di creazione che mette in sinergia, sia nel macrocosmo che è l'universo sia nel microcosmo che è l'essere umano, energie e potenze creatrici. Questo ci riporta ancora una volta a una dimensione esoterica con riferimento al famoso ammonimento alchemico «come in cielo così in terra».
    Infine, indizi sparsi nella Bibbia farebbero pensare che questa zona potrebbe essere quella identificata con i misteriosi toponimi di Gog e Mag, ossia i territori che combatteranno al fianco di Satana nella battaglia finale, così come descritto in Apocalisse. A tal proprio nell’ultimo libro della Bibbia si ritrovano riferimenti importanti: «In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni» (Apocalisse 22:2). Poi nel versetto 14 è specificato: «Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città».
    Ritorniamo alle porte dantesche della città rivolta al sole, ma sospesa tra cielo e terra.