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Arche, manoscritti e tesori nascosti - Giugno 2023 - Giuseppe Balena

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Arche, manoscritti e tesori nascosti - Giugno 2023

  1. Arca di Sioи è un'opera in due volumi (edizioni Cerchio della Luna) che introduce alla scoperta dei segreti di Rennes-le-Château e della leggendaria dinastia merovingia. L’autrice propone nuove ipotesi di ricerca, attraverso la decifrazione del Serpent Rouge, enigmatico manoscritto esoterico, fino ad oggi mai completamente decodificato e correlato al misterioso Priorato di Sion. L’analisi di opere di grandi artisti e autori, dal Rinascimento all’arte e letteratura contemporanee, si unisce a una ricca documentazione fotografica, che testimonia i luoghi descritti nei libri, per un vero e proprio viaggio letterario nei territori della Cerca del Graal. Completa l’opera un’esclusiva intervista a Marco Rigamonti, Gran Maestro del Priorato di Sion Ordre de la Rose-Croix Veritas.

    Ne parliamo con l’autrice Francesca Valentina Salcioli scrittrice, arte terapeuta e ricercatrice.

    Il mistero di Rennes-le-Château: come è arrivata a occuparsi di questa intrigata vicenda?

    Il mio interesse verso Rennes-le-Château nasce poco più di una ventina d’anni fa, con la prima lettura di The Holy Blood And The Holy Grail, di Baigent, Leigh e Lincoln. Posso dire che fu subito amore, per una mia naturale inclinazione alla mitologia, all’antropologia e un’innata passione per il ciclo arturiano e le leggende del Graal.

    Parliamo prima di tutto del titolo del suo saggio. Cosa significa?

    Il riferimento a Sion è in primis a Gerusalemme e al Monte Sion, che la Bibbia considera come la Casa del Signore, e specificatamente all’Abbazia di Notre-Dame du Mont Sion, che Goffredo di Buglione avrebbe fondato a Gerusalemme nel 1099. Un secondo riferimento è al meno noto colle di Sion, nei pressi della città francese di Annemasse, dove il Priorato di Sion fu fondato (o rifondato) negli anni Cinquanta del secolo scorso.

    Il termine Arca è un riferimento sia all’Arca dell’Alleanza di Mosè, contenente le Tavole della Legge, sia a quella di Noè, che rappresenta un’alleanza di salvezza sulle acque. L’Arca dell’Alleanza è stata cercata proprio nei pressi di Rennes-le-Château, sul monte Bugarach, che per qualcuno deriverebbe da Bourg de l’Arche, “villaggio dell’Arca”. Il tema del Diluvio Universale è particolarmente correlato a Rennes-le-Château e ai Franchi che, secondo alcuni miti, sarebbero i discendenti diretti di Gomer, nipote di Noè, che avrebbe conservato e tramandato i semi della cultura antidiluviana. Nella nostra storia, l’altra fondamentale Arca di Salvezza è quella che avrebbe portato Maria Maddalena sulle coste francesi, secondo la Legenda Aurea: questa barca proveniente da Gerusalemme, vera Arca di Sion, potrebbe aver condotto in salvo, insieme all’Apostola degli Apostoli, anche il favoloso Graal.

    Il termine Arca indica anche “sepolcro” e “scrigno”, in riferimento alle declinazioni più materiche dei tesori di Rennes-le-Château e dintorni, che comprendono miniere, sepolture e doti archeologiche millenarie. Richiama l’arcaico e gli arcani, sia in quanto segreti sia come Tarocchi, che giocano un ruolo fondamentale nella simbologia del Priorato di Sion. All’interno di questo, il consiglio dei tredici Rosacroce è riunito proprio nell’Arche. L’Arca si collega anche alla località di Arques, a pochi chilometri da Rennes-le-Château, dove fino agli anni Ottanta era visibile una tomba molto simile a quella dipinta da Poussin, nell’opera I Pastori d’Arcadia, con la celebre iscrizione ET IN ARCADIA EGO. Questa è motto del Priorato di Sion e la sua risoluzione e completamento avvicina ai segreti di Rennes-le-Château. L’Arca, insomma, è il principio e il fine.

    Facciamo alcuni cenni a questa complicata vicenda: perché è così affascinante e misteriosa?

    Credo che Rennes-le-Château sia un’inesauribile fonte di interesse e fascino perché è in grado di toccarci profondamente, alimentando la sacra curiosità sull’origine della nostra cultura, delle nostre credenze e infine su un possibile riscontro storico al ciclo arturiano, un cuore di verità all’interno della leggenda. L’abate Saunière, che scava nella chiesa sulle tracce del Graal e ritrova la cripta nascosta, è l’emblema perfetto del cercatore, che rimuove con pazienza, in primis in sé stesso, strati di polvere di quotidiana mediocrità, ritrovando il tesoro. Lo scavo esteriore è sempre uno scavo anche interiore: trovare spazi dentro di noi per nuove o rinnovate verità. Per qualcuno, Rennes-le-Château è la Cerca di Dio, per altri della Verità, storica o spirituale, che risponda ai molti interrogativi e anche contraddizioni della Storia del Cristianesimo, la Cerca del Graal e della Gnosi. In ogni caso, Rennes-le-Château ci parla e parla di noi.

     Entriamo nel merito dei suoi studi. Parliamo della figura di Bérenger Saunière.

    Saunière è personaggio centrale, nella storia e nella leggenda di Rennes-le-Château. Sappiamo che condusse una vita fuori dal comune poiché, da umile sacerdote di campagna, si trasformò velocemente in un ricco personaggio, dalle colte frequentazioni e gusti raffinati. Oltre alla ristrutturazione della chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, fece costruire Villa Bethania e la biblioteca della Torre Magdala, entrambe in onore della santa, identificabile come Maria di Bethania, del Castello di Magdalo, oppure come Maria Migdal, ovvero “turrita”, forse per la sua forte e altissima fede e importanza.

    Secondo la leggenda, durante la ristrutturazione della chiesa, l’abate Saunière avrebbe ritrovato delle pergamene con messaggi criptati, all’interno di un capitello, nonché l’entrata della Cripta dei Signori di Rennes-le-Château. Anche se non possiamo avere certezza della storicità delle sue scoperte né dell’effettivo ritrovamento di un qualche tipo di tesoro (materico o sapienziale), certamente le tracce artistiche lasciate nella chiesa di Rennes-le-Château sono perlomeno curiose. Penso in particolar modo alla Via Crucis, disposta in senso antiorario e con dettagli molto particolari, ad esempio in merito alla deposizione. Penso alla celebre collocazione delle statue dei santi, le iniziali dei quali (Germana, Rocco, Antonio Abate, Antonio di Padova, Luca sul pulpito) creano la parola GRAAL, che si dispone a forma di M rovesciata, attorno alla statua di Maria Maddalena. Mi riferisco anche al meno noto bassorilievo sul confessionale, con il Buon Pastore che si rivolge alla Pecorella Smarrita, la quale ha, indubbiamente, un volto umano, se non proprio femminile.

     Tra i molti dettagli, uno dei più evidenti, a mio avviso, riguarda il capitello dove Saunière avrebbe trovato le pergamene, secondo la leggenda. Il sacerdote lo fa spostare all’entrata della chiesa, posizionandolo sottosopra. Così facendo, la croce incisa su di esso risulta capovolta. In altre parole, il sacerdote posiziona la croce a testa in giù. La scelta non è facilmente attribuibile a un errore, considerata la vasta cultura di Saunière, ma piuttosto a una ragione specifica. Sopra la croce capovolta, il sacerdote posiziona una statua di Nostra Signora di Lourdes, sormontata da una curiosa corona turrita, estranea all’iconografia specifica dell’apparizione mariana. Quelle torri potrebbero essere un riferimento alla “turrita” della nostra Leggenda, ossia Maria Maddalena.

    L’altra figura di spicco è certamente Pierre Plantard. Chi era?

    Pierre Plantard è stato uno scrittore e un politico francese, Gran Maestro del misterioso ordine iniziatico cavalleresco del Priorato di Sion. Plantard divenne famoso a partire dagli anni Sessanta, per aver dichiarato di discendere dall’antica dinastia dei Merovingi che, secondo le sue fonti, sarebbe sopravvissuta fino ai giorni nostri, attraverso il figlio nascosto di Dagoberto II, ovvero Sigisberto IV. Secondo alcune versioni di questa leggenda, la dinastia dei Merovingi sarebbe oltremodo importante, poiché deriverebbe addirittura dall’unione di Gesù e Maddalena, attraverso il cui matrimonio sarebbe proseguito il Sang Réal, ovvero il Sangue Reale, il Santo Graal.

    Plantard giocò un ruolo rilevante, insieme ad altri suoi collaboratori, quali Gérard de Sède e Philippe de Chérisey, per la diffusione e creazione di tutta una serie di documenti riguardanti Rennes-le-Château e le sue relazioni con alcune chiese parigine, tra i quali il manoscritto del Serpent Rouge. C’è molto dibattito in merito a questa ricchissima documentazione, che può essere considerata vera, falsa o anche “finta”, intendendo con questo termine qualcosa che somiglia a una leggenda, con un vestito di finzione che copre un nucleo di verità storica, psichica o spirituale.

    Arriviamo al misterioso testo del Serpent Rouge. Perché è così importante? Cosa ha scoperto nei suoi studi?

    Il Serpent Rouge è un manoscritto esoterico depositato nel 1967 alla Biblioteca Nazionale di Parigi. La paternità dell’opera è discussa, ufficialmente attribuita a tre autori, trovati morti tra il 6 e il 7 marzo dello stesso anno, e probabilmente correlata al Priorato di Sion. Il testo è cruciale per l’avvicinamento ai segreti di Rennes-le-Château, una vera e propria mappa che unisce il piccolo paese della Linguadoca ad alcune chiese parigine, che custodiscono tracce artistiche e sapienziali molto significative. Si tratta di un testo complesso, con un ricco corollario simbolico. Il manoscritto presenta una prima parte più nota, in forma di poemetto astrologico dal linguaggio spiccatamente criptico, e una seconda parte di collage di immagini e testi, ugualmente sibillina.

     Ho cercato di sviscerare i collegamenti tra Rennes-le-Château e Parigi, suggeriti dal Serpent Rouge, andando in cerca dei segreti delle grandi pitture murali della chiesa di Saint-Sulpice e delle tombe di Saint-Germain-des-Prés, passando per le antiche miniere nei dintorni di Rennes-le-Château e per gli archivi dei magazzini del Louvre.

    Ad oggi, credo che l’autore o gli autori del Serpent Rouge stessero tramandando una leggenda che potrebbe andare addirittura oltre un possibile matrimonio tra Gesù e Maddalena, ricollegandosi ad antichissime e sotterranee eresie cristiane, che attraversano i millenni, affacciandosi talvolta nell’arte.

    Quali sono le connessioni con la chiesa parigina di Saint-Sulpice?

    La chiesa di Saint-Sulpice è una mappa fondamentale per la comprensione di Rennes-le-Château e dell’esoterismo parigino ed è oggetto di studio di ricercatori, confraternite iniziatiche e società riservate. Saint-Sulpice custodisce tesori artistici e sapienziali, nascosti in iscrizioni parzialmente scalpellate durante la Rivoluzione Francese (quando la chiesa fu trasformata nel Tempio della Ragione), nella Via Crucis e soprattutto nelle maestose pitture murali di Delacroix e di Signol. Le opere di quest’ultimo, nel monumentale transetto, custodiscono particolari nascosti di estremo interesse, oltre a quattro porticine, che conducono probabilmente a intercapedini dietro gli altari, e che si trovano sotto le quattro discusse firme dell’artista. Due di queste presentano la N inversa, simbolo che ritorna nelle vicende di Rennes-le-Château ed è in relazione al serpente e all’Arca dell’Alleanza. Le opere di Delacroix, nella Cappella degli Angeli, sarebbero correlate, secondo la narrativa del Priorato, direttamente ai territori attorno a Rennes-le-Château: si tratterebbe di vere e proprie mappe artistiche di luoghi specifici. È da considerare con cura anche l’intricato sistema di cripte della chiesa, che ospitò migliaia di sepolture, in un vero e proprio labirinto sotterraneo.

    L’intera vicenda sembra collegare tantissimi elementi come tasselli di un grande componimento: arte, storia, religione, miti, simboli e codici segreti. Sembra una ri-cerca infinita. Lei, infatti, parla della Cerca. Quali sono secondo lei gli aspetti ancora oscuri da studiare e mettere in evidenza?

    Dal punto di vista archeologico, credo sarebbe necessario effettuare nuovi studi nella chiesa di Rennes-le-Château, vagliando con particolare cura anche il presbiterio. Simili ricerche dovrebbero essere, a mio avviso, condotte anche nella vicina Rennes-les-Bains, con particolare attenzione al labirinto di miniere nelle zone del Serbairou, Cardou e anche di Roque Nègre dove, secondo la documentazione del Priorato, si celerebbe l’entrata di un tempio sotterraneo, correlato al mito della Tavola Rotonda.

    Sarebbe parallelamente interessante approfondire le intenzioni del Priorato di Sion di Plantard, chiedendoci quale fosse il vero obiettivo nel condividere così tanta documentazione in merito a Rennes-le-Château. Al di là della veridicità delle fonti, potremmo chiederci, ad esempio, se fosse all’epoca previsto o addirittura auspicato che la grande attenzione in questi luoghi potesse far emergere qualche evidenza archeologica o documentale, di cui forse certi circoli erano a conoscenza o alla ricerca.

     I tesori sapienziali di Rennes-le-Château potrebbero essere correlati a quelli di Catari e Cavalieri Templari, entrambi presenti in Linguadoca. L’importanza di questa terra e dei suoi segreti, d’altra parte, potrebbe essere testimoniata dal fatto che la più importante crociata che non si concentrò sulla Terra Santa di Gerusalemme si scatenò proprio in Linguadoca, forse la Nuova Terra Santa.