Domenica, 12 Maggio 2024

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Attualmente redattore del mensile Mistero

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Rassegna stampa

 

Notizie ANSA

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Inquinamento del Pertusillo: chi sono i colpevoli?

Josef K., il protagonista del romanzo “Il processo“ di Kafka, una mattina ricevette presso la sua abitazione la visita di due uomini; i due sconosciuti erano lì per arrestarlo. L’uomo scoprì così, suo malgrado, di essere imputato in un processo. Tra la finzione narrativa e la realtà spesso non c’è grande differenza. Una situazione kafkiana è capitata, per esempio, al segretario dei Radicali lucani, Maurizio Bolognetti e al tenente della polizia provinciale di Potenza, Giuseppe Di Bello. La Procura di Potenza in questi giorni ha deciso il rinvio a giudizio per Bolognetti e la condanna a 2 mesi e 20 giorni per Di Bello che, invece, aveva chiesto il rito abbreviato.

 La vicenda

Il reato contestato è la rivelazione di segreto d’ufficio. La vicenda risale a due anni e mezzo fa. L’oggetto della fuga di notizie è un’informativa sull’inquinamento delle acque della diga del Pertusillo; la stessa documentazione due mesi dopo sarebbe stata trovata anche nel computer del segretario dei Radicali lucani. I dati contenuti evidenziavano la presenza nell’invaso di una serie sospetta di elementi contaminanti, tra i quali metalli pesanti, e questo avrebbe determinato un vero e proprio allarme per la popolazione; nei mesi successivi i dati avevano trovato riscontro anche in diverse analisi condotte da laboratori privati. Nonostante le rassicurazioni di “Acquedotto lucano spa” in merito al corretto funzionamento dei potabilizzatori per l’acqua destinata al consumo umano, di fatto, nel Pertusillo si sono verificate ripetutamente morie di pesci. In pratica, la condanna e il rinvio a giudizio sono arrivati in capo a chi ha denunciato lo stato dell’inquinamento conseguente, molto probabilmente, all’utilizzo dei fanghi di perforazione. La vicenda si potrebbe inquadrare alla luce di quanto disposto dalla convenzione di Aarhus: “In caso di minaccia imminente per la salute umana o per l’ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali, siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia”. Chi sono, dunque, i colpevoli dell’inquinamento del Pertusillo? Chi ha inquinato o chi ha denunciato lo stato di degrado? Nel dubbio, forse, chi ha coperto questa situazione.

 Il rammarico di chi non si arrende

Ha dichiarato Bolognetti in tono ironico: “Giustizia è fatta. Intanto, dopo due anni e mezzo, non risulta una sola richiesta di rinvio a giudizio sui depuratori e su tutto il resto. Cosa sta facendo la Procura della Repubblica di Lagonegro che ha aperto un procedimento sull'inquinamento del Pertusillo? Che fine ha fatto l'indagine sull'inquinamento da percolato della diga di Senise? Potrei continuare, ma mi fermo per carità di patria e per il rispetto che ancora porto a questa Repubblica delle Banane, che qualcuno dice essere democratica. Complimenti, ci avete preso con le mani nel sacco mentre tentavamo di informare la popolazione dei rischi e mentre raccontavamo quello che voi avete nascosto per anni. Ne riparleremo il primo ottobre (data dell’udienza n.d.r). E intanto - continua il segretario dei Radicali - c'è chi avendo ricoperto la carica di assessore all'ambiente continua a sedere nei banchi del consiglio regionale. Così come coloro che sulla vicenda Fenice hanno accusato vuoti di memoria, continuano a essere premiati con incarichi e poltrone dorate a cinque zeri. E' normale o stiamo assistendo a un mondo dove sono i "ladri" che inseguono le "guardie?". Di Bello, invece, dalla sua pagina facebook fa sapere: “Il 6 giugno il Tribunale ha stabilito «Fatevi i fatti vostri»; l'effetto meteo climatico dichiarato dall'allora dirigente generale dell’Arpab Sigillito sulle acque del Pertusillo deve continuare a rimanere tale. Non importa - specifica il tenente - se tutti sanno che i depuratori scaricano liquami analizzati, fotografati e filmati, nulla importa se vi sono enormi quantità di metalli e idrocarburi nelle analisi di acque e sedimenti. La cosa importante è condannare chi informa sull'inquinamento non chi inquina”. Diceva Bob Dylan in una canzone: ”Bisogna essere onesti per vivere fuori dalla legge”. 

 

Pubblicato sul settimanale L'Altravoce N. 6 16/06/2012